Sembra oramai certificata l’esistenza di una certa tendenza di più di qualche Giudice a “Liberarsi” delle questioni condominiali, spingendole sempre e comunque verso la mediazione, anche quando non ne ricorrano i presupposti di legge, punendo -per di più- sonoramente chi non ne faccia uso.
Il Tribunale di Padova ha di recente (24/2/2015) ritenuto necessario l’esperimento della mediazione civile anche in tema di revoca giudiziaria dell’amm.re condominiale, aprendo la via a numerose questioni.
Il legislatore della “mediazione” (D.lgvo 28/2010), infatti, ha espressamente escluso i procedimenti camerali tra quelli che devono essere preceduti dall’esperimento del tentativo, a pena d’improcedibilità. E’ stato previsto, infatti, che lo svolgimento della mediazione non si applica “nei procedimenti in camera di consiglio” (art.5, comma 4 lettera f),come appunto quello di revoca dell’.amm.re, ai sensi dell’art.64 d.a.c.c..
Tuttavia, l’art. 71 quater d.a.c.c. individua anche le controversie in materia di revoca dell’amm.re tra quelle -in tema condominiale- per le quali sarebbe necessaria la mediazione (è solo da sottolineare che il 1° comma dell’art.5 DLGS 28/10 sulla mediazione è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo, ma è stato sostituito in maniera grossomodo identica dal nuovo comma 1-bis).
Non si comprende in che modo un mediatore possa conciliare una diatriba sorta tra condòmini ed amministratore in tema di gravi irregolarità da questi posti in essere nell’esercizio del mandato (e, in quanto tali, tipizzate dal legislatore per consentirne la revoca), ma il dubbio se vada o meno esperito preventivamente il tentativo di mediazione anche in tema di revoca dell’amm.re è più che legittimo, ed effettivamente il Tribunale di Padova pare, ad una prima lettura, che abbia ragione.
In attesa che si consolidi un chiaro orientamento interpretativo in materia, l’auspicio -a questo punto- è che tutti gli operatori del diritto sappiano comunque fare buon uso del nuovo procedimento di media-conciliazione.
(6 m.ti w-l)
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